In Italia il tasso di occupazione femminile è ancora molto basso rispetto alla media dei Paesi sviluppati e il numero delle donne in posizioni manageriali è decisamente inferiore alla media europea (basti pensare che le donne manager che lavorano nel settore privato sono solo l’11%).
Anche gli ultimissimi dati dell’Eurostat, l’Istituto europeo di statistica, dicono che il tasso di disoccupazione fra le lavoratrici italiane, oggi al 9,8%, continua a essere sensibilmente pi๠alto di quello registrato fra gli uomini (7,7%). Eppure, in un quadro cosଠpoco confortante per l’universo femminile, ci sono felici eccezioni, ossia aziende in cui non solo il personale è rappresentato soprattutto da lavoratrici ma ci sono anche alte percentuali di donne manager.
Come il Gruppo Bonprix Italia di Valdengo, in provincia di Biella, il cui personale è composto all’85% circa da donne che rappresentano il 50% della dirigenza. “L’azienda ha investito al femminile cosଠcome al maschile senza alcuna preclusione al genere ma dando invece spazio al merito e alla capacità delle persone”, afferma Antonella Pella, direttore Risorse Umane. È anche per questo che si è classificata per il quarto anno nelle prime trentacinque aziende dove si lavora meglio in Italia secondo la classifica dell’Istituto Great Place to Work.
Ubicata nell’area di eccellenza del tessile mondiale, Bonprix Italia, che fa parte del Gruppo Otto di Amburgo, è specializzata nella vendita a distanza di abbigliamento per donna, uomo, bambino e tessile per la casa. Tra le poche imprese ad avere una vera offerta multicanale ” lo storico catalogo, internet con una quota in costante crescita e la rete di negozi diretti, gli ultimi arrivati ” ha chiuso il 2009 con segno positivo (+26% sul 2008). Opera in Italia a partire dal 1997, e fin da allora il personale impiegato ha avuto una forte crescita: alla fine del 2006 il numero di dipendenti superava le 100 unità . Dopo la fusione con Euronova, l’organico Bonprix è passato a 170 persone a cui, nel 2008, si sono aggiunti 65 nuovi impiegati nei punti vendita. Il numero totale dei dipendenti Bonprix a fine 2009 era 298, dato oggi già ampiamente superato perché al 10 marzo hanno toccato quota 400.
Nell’ambito della legge 53 per l’equilibrio tra i tempi di lavoro, cura, formazione e relazione l’azienda porta avanti iniziative per il sostegno femminile. L’ultima, un invito alla partecipazione a “What Women Want”, un seminario in programma a Milano giovedଠ18 marzo, che sarà tenuto da Filippo Zizzadoro, psicologo del lavoro, esperto di comportamenti assertivi, di leadership e di strumenti di auto-sviluppo: un corso progettato e dedicato a donne che vogliono migliorare la propria autostima e determinazione per raggiungere obiettivi personali e professionali.
“Riteniamo fondamentale investire in formazione: le donne hanno bisogno di strumenti che permettano loro di acquisire maggiore consapevolezza di sé e delle proprie capacità “, spiega Antonella Pella “Sono molto brave nella gestione del cliente ma in ambiti anche pi๠tecnici offrono un significativo contributo: la cura per i dettagli, la precisione, la pazienza e l’impegno che consentono loro di raggiungere prestazioni di eccellenza in ogni settore“.
Ecco perché in Bonprix c’è questa forte prevalenza di donne nel personale. “Va detto“, chiarisce Pella, “che la nostra è un’azienda del terziario, settore nel quale c’è tradizionalmente una forte presenza femminile, inoltre noi abbiamo due settori che sono quasi al 100% femminili, il contact center e i 33 negozi in Italia, in cui risulta rilevante la sensibilità delle donne per affrontare situazioni delicate ” ci rivolgiamo alla famiglia e a donne e uomini con taglie fino alla 64. Va comunque sottolineato che la nostra è un’azienda dove non c’è discriminazione di genere, di età , di etnia, di religione, chiunque abbia capacità può essere premiato. Cerchiamo di dare spazio alle relazioni, al coinvolgimento, alla responsabilità . È per questo che puntiamo molto sulla formazione, e non solo alla base o al middle management, come si fa di solito. Noi siamo partiti dal top management in modo che poi tutto ricadesse a cascata e non ci fossero chiusure al cambiamento ma si potesse invece creare una maggior armonia“.
Oltre che in formazione Bonprix Italia investe in strumenti e misure che possano facilitare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro di lavoratori e lavoratrici. Ecco alcuni dei principali: il 93% del personale è in regime di banca delle ore; il 46% usufruisce del part-time sia orizzontale sia verticale articolato in molteplici tipologie di orario; i turni sono a rotazione ed è possibile il cambio turno; è attiva nella sperimentazione del telelavoro, ha una mensa interna con possibilità di prenotazione e acquisto cibi pronti per la cena; propone giornate di porte aperte per i figli dei dipendenti. Esistono convenzioni siglate dall’azienda nell’ottica di far risparmiare tempo e denaro ai dipendenti con sconti sino al 40 e 50%. È disponibile inoltre uno sportello denominato “Bon psy”, un servizio di consulenza curato da psicologi rigorosamente iscritti all’Ordine. A breve partiranno inoltre altre novità quali il servizio di tintoria e sartoria, il baby parking, la possibilità di ricevere pane fresco in azienda, il pagamento delle bollette e altri servizi.
Tornando al fronte prettamente femminile, Antonella Pella sottolinea l’impegno dell’azienda nella fase della maternità , che di solito rappresenta un momento critico per le aziende e per le donne che lavorano: “In particolare, al rientro dalla maternità abbiamo previsto un percorso con un tutor aziendale, mettiamo a disposizione della neomamma dei video per aggiornarla su quanto è avvenuto nel periodo di sua assenza e permetteo a orario ridotto, di utilizzare anche il telelavoro. In generale, preferiamo un modo di lavorare pi๠responsabilizzante: l’importante non sono orari o regole rigide, ma il raggiungimento dei risultati“.